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martedì 15 settembre 2009

Più educazione civica, più lingue straniere...

...includendovi, tra le straniere, anche lo studio della lingua italiana, di modo che le generazioni future evitino di scrivere maestro unico prevalente.

Questo accrocchio di tre parole è sintatticamente corretto, un sostantivo sorretto da uno o più aggettivi; è come vedrebbe l'articolazione delle parole un elaboratore elettronico preoccupato più di pronunciare bene le parole che del loro significato.
L'essere umano non può prescindere dal significato delle parole, dal significato di un insieme di parole unite correttamente dal punto di vista sintattico: l'essere umano comunica, deve prestare molta attenzione all'aspetto semantico, perché dall'altro capo del filo comunicativo c'è almeno un altro essere umano che, per capire, dovrà necessariamente attribuire il significato corretto a quanto ha ricevuto, significato che ambedue gli interlocutori avranno stabilito di comune accordo.
Lo scritto porta in sè una facilitazione nella comunicazione, non esistono eventi extralinguistici. Tuttavia, è presente l'interpretazione, ma solo qualora ciò che è detto/scritto non sia stato opportunamente specificato o lasciato, volontariamente, ambiguo -per es. le leggi emanate/ratificate in fretta e furia o senza un'adeguata discussione parlamentare, volta a portare all'attenzione dell'indirizzo politico corrente le richieste provenienti da tutta la comunità territoriale; ciò che non si deve fare è interpretare attribuendo ai termini della lingua in oggetto significati diversi da quelli raccolti opportunamente in un dizionario e riconosciuti come tali dalla comunità linguistica.

Sotto questo aspetto, la lingua italiana ci dice:


Prevalente part. pres. di prevalere

agg. che prevale su altri; che è più numeroso di altri


e che:


Unico agg. [pl. m. -ci]

1 che è senza uguali, in senso assoluto o relativamente ad alcuni aspetti o caratteristiche; che non è simile a nessun altro; che è il solo esistente
2
s. m. [f. -a]
1 chi è solo a fare qualcosa: sei l'unico a pensarla così
2 ciò che è unico: è l'unico che abbiamo


laddove prevalente non può che ammettere la presenza di altri oltre il menzionato, che prevale sugli altri, mentre unico stabilisce che non vi sono altri oltre il menzionato, il solo esistente.

La legge 169/2008, legge 30 ottobre 2008 n.169, che ha per oggetto, recita all'articolo 4 diversamente da quanto i media pubblicano: l'insegnante unico nella scuola primaria.


Art. 4.
Insegnante unico nella scuola primaria

1. Nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti previsti dal comma 4 del medesimo articolo 64 e' ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una piu' ampia articolazione del tempo-scuola.
2. Con apposita sequenza contrattuale e' definito il trattamento economico dovuto all'insegnante unico della scuola primaria, per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento
stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.
2-bis. Per la realizzazione delle finalita' previste dal presente articolo, il Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, ferme restando le attribuzioni del comitato di cui all'articolo 64, comma 7, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, provvede alla verifica degli specifici effetti finanziari determinati dall'applicazione del comma 1 del presente articolo, a decorrere dal 1° settembre 2009. A seguito della predetta verifica, per le finalita' di cui alla sequenza contrattuale prevista dal comma 2 del presente articolo, si provvede, per l'anno 2009, ove occorra e in via transitoria, a valere sulle risorse del fondo d'istituto delle istituzioni scolastiche, da reintegrare con quota parte delle risorse rese disponibili ai sensi del comma 9 dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei limiti dei risparmi di spesa conseguenti all'applicazione del comma 1, resi disponibili per le finalita' di cui al comma 2 del presente articolo, e in ogni caso senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

2-ter- La disciplina prevista dal presente articolo entra in vigore a partire dall'anno scolastico 2009/2010, relativamente alle prime classi del ciclo scolastico.


che deriva anch'essa dalla legge 133/2008, la fatidica legge su cui si fondano (ahimè) tutti i provvedimenti di ordine economico presi -e che si prenderanno ancora, per quattro anni a partire dall 2008, come ben si legge dalla 133/2008 riportata nel post [Misure contro la crisi nella Scuola: alla fine sarà solo guerra tra poveri]- per il comparto Scuola, provvedimenti solo (sigh!?) economici.

I media si sono assuefatti all'andazzo di tutte le polemiche nate a proposito della disquisizione tra maestro unico e maestro prevalente, generando quella castroneria di maestro unico prevalente, assumendo, a torto, che in medio stat virtus si identificasse con l'unione delle visioni constrastanti che vengono a delinearsi durante un'argomentazione: conglobare insieme non sempre è fare moderazione. Le posizioni ideologiche, che generano una contrapposizione di idee sul come affrontare/risolvere un dilemma, comportano, sul piano reale, l'accoglimento di una delle alternative proposte, magari leggermente modificata a scopo di miglioramento, o la creazione di una terza, nuova e mai intesa come semplice unione, come coesistenza delle proposte di partenza.

Confermato il tempo pieno. L'abolizione della compresenza costituirà una risorsa umana completamente disponibile da utilizzare altrove, dimenticando una situazione precedente in cui c'erano tre maestri su due classi oppure due maestri su una classe; una situazione anomala, pertanto, in cui figuravano figure professionali specifiche a seconda del ruolo richiesto: per esempio, una maestra preparata specificatamente per l'insegnamento della lingua straniera. Nella nuova situazione, questa figura potrà essere utilizzabile altrove: diventerà mestra unica in un'altra classe?
Quella figura professionale con conoscenze specifiche in un dato settore, per es. quello linguistico o quello informatico -per non creare futuri insegnanti che riscontrino difficoltà nella compilazione online della domanda di scioglimento della riserva- o quello sportivo, per seguire le naturali predisposizioni dei ragazzi nell'atletica, finirà con diventare un essere onnisciente? Si badi bene, non è presunzione, ma è il Ministero d'Istruzione a conferire questa qualifica al maestro unico.

Un pensierino aggiuntivo lo si può fare. Il posto di un docente di lingue straniere, che ha sostenuto sin dai tempi universitari nient'altro che perfezionamenti nelle lingue straniere, ci sarà un maestro unico a insegnare la lingua straniera, perché, dice il Ministero d'Istruzione, ha sostenuto l'apposito corso di formazione: che cosa dire in proposito? Un corso di formazione è sufficiente a coprire tutti gli anni spesi a perfezionarsi sia in ambito universitario sia post universitario: o il modello educativo, che si propone(!?), ritiene che un corso di formazione possa essere adeguato alle necessità dei ragazzi oppure non serve specializzarsi, per esempio, in lingue straniere ai fini dell'insegnamento ai ragazzi -tra l'altro, sempre più esigenti- o in informatica o in educazione fisica. La verità è un'altra: la semplificazione, che si prevede debba interessare la nuova modalità di abilitazione all'insegnamento, dai due anni delle SSIS all'unico anno previsto di tirocinio, che si opera conglobando in un unico docente tutto il sapere da riversare ai ragazzi, non può che comportare un'istruzione sommaria per i ragazzi, abbassando notevolmente la qualità dell'insegnamento.

Qualche conticino lo si può sempre fare. Il maestro unico insegnerà tutte le discipline, comprese lingue e informatica e quant'altro, per ventiquattro ore la settimana, includendo anche le due ore di religione. I moduli da 32 ore settimanali serviti da tre maestri su due classi, con sei ore di compresenza e tempo mensa, sono stati trasformati in due tipologie di moduli possibili.

  • Moduli da 27 ore settimanali serviti da un solo maestro. Il Ministero d'Istruzione paga le ore di straordinario sulle tre ore in più settimanali? La legge non ne parla, o è incompleta o lascia a future discussioni Che fine fa il tempo mensa?
  • Moduli da 30 ore settimanali, con tre ore addizionali facoltative, tutto servito da un solo maestro. Qui le ore diventano sei...

Non è vero che la legge non ne parla, che non ci abbia pensato: ha liquidato tutto con la seguente affermazione «Ogni quadro orario da 24, 27, 30 o 40 ore prevederà il maestro unico di riferimento».
Ma, diamine, saranno le richieste dei genitori a generare precariato! Ebbene sì, poiché le tre, le sei o le 16 ore in più saranno viste come spezzoni d'orario da dare al personale docente precario iscritto nelle GaE e nelle GI. Che corbelleria! Se così fosse, il maestro unico non sarebbe più unico ma sostituito da un altro maestro unico per le ore addizionali alla settimana richieste dai genitori; però, tutto quadra, perché comunque non vi sarebbero sovrapposizioni di maestri, così da garantire al ragazzo un unico riferimento e il modello educativo (!?) del maestro unico è salvo.
Il tempo pieno ha di per sé un numero di ore maggiore di quelle stabilite a contratto: come si potranno onorare con un solo maestro onnisciente? Cambiamo il contratto? Nessuno più tra i lavoratori ha un contratto a quaranta ore; cinque giorni a settimana e l'ora giornaliera conglobata in ferie maturate da utilizzare entro l'anno: come si farà con il maestro unico con questo contratto? I ragazzi rimarranno a casa quando il maestro unico dovrà prendersi le ferie maturate? Non vi è altro modo che aumentare dignitosamente lo stipendio ai maestri e sperimentare che cosa succede...ma i soldi che la 133/2008 toglierà in quattro anni al comparto Scuola non permettono questa remota eventualità. C'è di più: il maestro unico creerà posti disponibili in futuro, perché dopo ben quaranta ore settimanali trascorse con venticinque alunni si ritroverà talmente rintronato da chiedere la pensione anticipatamente.
Le riforme si fanno con il tempo necessario e con maturata esperienza osservando il succedersi degli eventi, non con micro-interventi che minano alle fondamenta l'assetto di un'istituzione e rischiano di diventare degli interventi minuti.

«Si libereranno più maestri per aumentare il tempo pieno», dice Adnkronos. Ma, allora, non si è capito nulla del termine maestro unico: unico in classe, unico come riferimento, nello spazio e nel tempo, dei ragazzi in classe, unico per non creare sovrapposizioni, altrimenti i ragazzi si troveranno disorientati...i ragazzi, sin dalla nascita, vedono, nella stragrande percentuale dei casi, due persone di riferimento nella famiglia...
Si diceva del maestro unico, unico in classe, uno alla volta, quindi, in classe se si vuole aumentare il tempo pieno; la mattina un primo maestro unico e il pomeriggio un secondo maestro unico, con quattro ore per sei giorni ognuno per un totale di ventiquattro ore settimanali previste a contratto.

Ecco come Adnkronos riassume i punti salienti che riguardano il comparto Scuola all'apertura dell'anno scolastico 2009/2010.


Roma, 10 set. - (Adnkronos/Ign) - A pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico, il ministro Mariastella Gelmini presenta il Piano di Comunicazione per aprire il ''dialogo con la scuola'' sulla riforma delle superiori. Tra i canali individuati dal ministero dell'Istruzione: web-tv, incontri provinciali e convegni nazionali comunicazione on-line. L'intenzione, ha spiegato la Gelmini, è quella di ''utilizzare l'anno scolastico 2009 per aprire un grande piano di comunicazione, dialogo e verifica con le scuole per favorire la piena conoscenza dei contenuti della riforma, con una possibilità di emendamento che deriva appunto dal confronto''.
Tra settembre e dicembre, anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie (comunicazione on line) ci sarà un confronto ''a tutto campo'' per acquisire pareri e proposte sul riordino della secondaria superiore, mettendo a disposizione i testi di legge approvati e quelli proposti alla discussione ''e facendo tesoro - ha assicurato il ministro - delle esperienze accumulate''. Un dialogo che sarà portato avanti anche con incontri sul territorio e convegni e attraverso un canale web-tv.
Da gennaio fino alla fine dell'anno scolastico si svolgerà una fase di orientamento rivolta alle famiglie e agli studenti affinché possano scegliere con consapevolezza l'indirizzo di studi più adeguato. Il ministro ha però precisato che, almeno per ora, non è previsto uno slittamento delle iscrizioni che vanno fatte entro gennaio-febbraio.
Il ministro ha anche illustrato i principali cambiamenti del pianeta scuola che gli studenti si troveranno di fronte da lunedì prossimo quando torneranno in classe: dal maestro unico alle elementari, agli sms per comunicare le assenze ai genitori, alla pagella digitale.
La principale novità per la scuola Primaria è il maestro unico prevalente alle elementari. Da quest'anno nelle classi prime della scuola primaria si passerà al modello educativo del maestro unico prevalente, un'unica figura di riferimento per i bambini. Successivamente questo modello coinvolgerà le altre classi in modo graduale. Abolite, dunque, le compresenze e confermato il tempo pieno. Ogni quadro orario, da 24, 27, 30 o 40 ore, prevederà il maestro unico di riferimento.
Confermato il tempo pieno. Con l'introduzione del maestro unico, l'eliminazione delle compresenze ed alcuni risparmi dovuti alla razionalizzazione degli organici si libereranno più maestri per aumentare il tempo pieno. Si passerà quindi da 7.000 classi prime del 2008/2009 a più di 9.000 classi prime che a partire da questo anno scolastico potranno usufruire del modello orario a 40 ore settimanali. Questo aumento, spiega il ministero, sarà possibile grazie al dimensionamento della rete scolastica: circa 350 scuole sono state accorpate grazie anche all'impegno delle Regioni; alla soppressione delle compresenze.
Per la scuola secondaria di I grado ovvero la scuola media è prevista la riformulazione dell'orario delle lezioni. Più qualità e meno quantità. Da quest'anno l'orario scolastico della scuola media sarà di 30 ore settimanali, consentendo una distribuzione razionale delle lezioni, eliminando insegnamenti facoltativi e opzionali che avevano allungato l'orario senza però garantire alle famiglie il rispetto delle scelte formative presentate.
Anche il tempo prolungato sarà ricondotto ad orario normale di 30 ore, dopo anni di sprechi di risorse e in mancanza di una reale richiesta delle famiglie di questo modello orario. Sarà autorizzato solo in presenza di requisiti strutturali e di servizio che rispondano alle aspettative delle famiglie e potrà essere di 36 ore elevabili, se richiesto dalla maggioranza delle famiglie, a 40 ore. Novità anche per gli esami di terza media. Da questo anno scolastico il voto finale dell'esame di terza media sarà calcolato facendo una media aritmetica delle prove orali, di quelle scritte (inclusa la prova nazionale Invalsi) e del voto di ammissione.
Per quanto riguarda il Liceo, a partire da quest'anno saranno ammessi all'esame di Stato tutti gli studenti che avranno '6' in tutte le materie, condotta compresa. Sempre da quest'anno poi, sarà possibile consultare on line sul sito delle scuole le pagelle degli studenti e tutte le scuole potranno organizzare sistemi per avvisare via sms i genitori quando i ragazzi sono assenti, come avviene già in molte scuole del Paese.
Sul fronte precari, per l'anno scolastico 2009/10, sono stati immessi in ruolo 8.000 docenti ed assunti 8.000 unità di personale ATA e 647 dirigenti scolastici. Novità anche per i più piccoli. A settembre potranno iscriversi alla scuola dell'infanzia anche i bambini di due anni e mezzo.

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